mercoledì 5 novembre 2025

Ho seguito Escher a Malta

 

Il 9 maggio 1935 Maurits Cornelis Escher e Giuseppe Haas-Triverio partono per Palermo; si spostano poi a Trapani, visitano Selinunte, Castelvetrano, Sciacca e Caltabellotta; proseguono per Agrigento, Ragusa e Siracusa. La guida Baedeker dell'Italia meridionale contiene la descrizione di una escursione a Malta, e forse per questo motivo a Siracusa i due viaggiatori si imbarcano su un mercantile e trascorrono due giorni sull'isola, all'epoca colonia britannica.

Escher e Haas-Triverio si sistemarono a lavorare sulle mura meridionali della città di La Valletta che si affacciano sul Grand Harbour, il porto principale della città. Dai disegni di quei giorni di fine maggio del 1935, nacque poi in ottobre una litografia a tre colori in cui compaiono la città di Senglea, la motonave Verdi della compagnia di navigazione Adria e un particolare delle fortificazioni di La Valletta. Sulla Verdi, a fine maggio, ritornarono a Palermo.

Insieme con Vittoriosa (in maltese Birgu) e Cospicua (Bormla), Senglea (L-Isla) è una delle “Tre città” fortificate che sorgono su altrettanti promontori a sud-est di La Valletta. Il suo fondatore eponimo fu il cavaliere Claude de la Sengle, dal 1553 al 1557 Gran Maestro dell'Ordine degli Ospitalieri di san Giovanni di Gerusalemme. Dal 1530, per decisione dell'imperatore Carlo V, l'ordine religioso cavalleresco dei gerosolimitani esercitava la sovranità sull'arcipelago maltese.

Ventiquattro dicembre Ventuno

A Birgu trovo un falegname al lavoro, nei pressi del più antico ospedale costruito dai Cavalieri di Malta, e qualche traccia di architettura normanna: una casa in Triq it-Tramuntana, nel quartiere Collacchio, con la facciata abbellita da una bifora duecentesca; al suo interno è conservato un dipinto che rappresenta la scena successiva a quella raffigurata da Caravaggio a La Valletta: una sorridente Salomè mostra su un vassoio la testa di Giovanni Battista.


L-Isla non è, almeno in gran parte, la Senglea che Escher e Haas-Triverio videro nel 1935, perché la città fu quasi completamente rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale dai bombardamenti italiani e tedeschi. Nella centrale Triq Iz-Zewg Mini c'è la casa del bibliotecario «de fama» don Mauro Inguanez, famoso anche perché svolse i suoi compiti nell'abbazia di Montecassino nel periodo dei bombardamenti degli Alleati, riuscendo a mettere in salvo molti preziosi manoscritti. Al fondo della via, nel punto più settentrionale delle fortificazioni di Senglea, è posta una piccola torre di guardia, sulle cui pareti esterne sono stati inseriti due altorilievi: un orecchio e un occhio. La torretta compare, minuscola, nella xilografia Senglea di MCE, in alto a destra.

A inizio Novecento, Senglea era il quartiere dell'intellighenzia maltese; oggi per strada incontro soltanto pochi anziani, che entrano ed escono dai negozi rimasti. Mi fermo a fotografare uno di questi ultimi, l'emporio “Old store” in Triq il-Vitorja.

Torno a La Valletta e continuo a fotografare vecchi negozi, che qui si trovano ancora, consapevole di vivere fuori tempo, sempre in ritardo, nato nel momento sbagliato per poter essere nel posto giusto. Il mio immaginario si è costruito in un passato che è sempre più lontano, che per forza non ritrovo nella vita quotidiana, ma che talvolta si presenta in una vecchia vetrina o nella sala non ammodernata di un ristorante, e in quel momento la rarità lo fa risplendere. Vedere e toccare cose di altri tempi mi fa sentire in sintonia con ciò che è intorno a me. Subito dopo, tornato nel presente, mi sento spaesato.

Fra gli appunti che ho trascritto sul taccuino di questo viaggio prima di partire, ce n'è uno che presi a Udine nel 2010, quando visitati la mostra “Il mondo di Escher” e notai una frase che MCE scrisse nel proprio diario il 19 gennaio 1945: «Quale realtà è davvero più potente: quella del presente, istantaneamente percepibile e assorbita dai nostri sensi, oppure il ricordo delle esperienze precedenti? Il presente è davvero più reale del passato? Io non mi sento in grado di rispondere a queste domande».

Dieci anni dopo il soggiorno a Malta, nel luglio del 1945, Escher tornò a lavorare sui disegni di Senglea per realizzare la litografia Balconata. Scelse come materiale di partenza un particolare della città fortificata, l'area che nella litografia del 1935 comprende la cupola di destra e gli edifici sottostanti, fino agli scogli, e nella parte centrale della vista operò una dilatazione. Il centro della figura è ingrandito quattro volte rispetto agli angoli, come se fosse gonfiato e noi vedessimo la deformazione provocata da una bolla. Il particolare maggiormente ingrandito è un balcone, che dà il titolo all'opera, mentre le finestre e le scale che si trovano intorno le vediamo solo più obliquamente.

Dopo altri undici anni, a maggio del 1956, MCE utilizzò nuovamente i bozzetti di Senglea nella preparazione di un'altra litografia, Galleria di stampe. Questa volta, oltre alle case della città fortificata e alle rocce della costa, compare anche la nave presente in Senglea, Malta e la dilatazione è ad anello, senza un inizio né una fine, tecnica che provoca nell'osservatore l'impressione che l'immagine sia travolta da un vortice. Gli edifici che nella parte in alto a sinistra vediamo in una stampa, a sua volta all'interno della galleria, sul lato destro sono in primo piano e inglobano l'ingresso della galleria: stampe e case sono contemporaneamente le une dentro le altre.

In Lo specchio magico di M.C. Escher Bruno Ernst spiega dettagliatamente i procedimenti matematici con cui MCE ha realizzato le dilatazioni di Balconata e Galleria di stampe, e riporta una dichiarazione dell'autore a proposito della seconda opera: «Forse, aspiro principalmente alla meraviglia e cerco anche, principalmente, di risvegliare la meraviglia nell'osservatore del mio lavoro».

Venticinque dicembre Ventuno

Il più illustre personaggio nato a La Valletta è Corto Maltese, ma poiché le sue gesta verranno cantate da Hugo Pratt soltanto a partire dal 1967, Escher non le poteva conoscere.

Nella capitale maltese il gentiluomo di fortuna nacque il 10 luglio 1887. Da bambino vi frequentò la scuola ebraica, nella parte settentrionale della penisola su cui sorge la città, vicino al forte dedicato a Sant’Elmo, patrono dei naviganti. Gli fu maestro il rabbino Ezra Toledano, il quale anni prima era stato un amante di sua madre.

Fu dal porto di La Valletta che all'inizio del 1904 Corto Maltese si imbarcò come marinaio sul tre alberi Vanità Dorata: aveva sedici anni e fu l'inizio dei suoi viaggi.

L’unica traccia rimasta del quartiere ebraico è un toponimo: Jews' Sally Port. Al tempo degli assedi ottomani era una piccola apertura nelle fortificazioni, che veniva usata per le sortite delle truppe. Oggi è un’ampia porta di transito fra la zona della città interna alle mura e il lungomare che si affaccia sulla baia di Sant’Elmo.

Ci si arriva da Triq San Nikola, via frequentata dai viaggiatori perché vi si trova “Gigi’s”, l’unico supermercato di La Valletta. Per un paio di giorni ho alloggiato nel quartiere di Sant’Elmo, in un’antica casa di Triq il-Merkanti, che forse non è lontana dall’edificio in cui si trovava la scuola ebraica. O magari è proprio quello. Oppure potrebbe addirittura essere la casa in cui nacque Corto.

Gli ebrei maltesi di fine Ottocento erano discendenti di quelli immigrati a partire dal 1798, prima nel breve periodo del dominio napoleonico e poi durante il protettorato britannico, iniziato nel 1800... 

(Da Ho seguito Escher. In viaggio con l'artista in Italia, Spagna, Corsica, Tunisia, Malta,

i libri di Mompracem, Firenze 2024

in cui l'esplorazione di Malta continua... 

e si ipotizza un incontro tra MC Escher e Corto Maltese... )






Dal 5 al 9 novembre 2025 è in corso a La Valletta il Malta Book Fest, a cui partecipa l'Istituto Italiano di Cultura. Tra gli ospiti, anche i libri di Mompracem.




Ho seguito Escher anche:

-  a Orvieto

- in Abruzzo


- a Ravello

- in Calabria




- a Genova

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