giovedì 13 agosto 2020

Tracce della Resistenza nella Langa Astigiana, e di Augusto Monti a Monastero Bormida

 


I boschi, i rittani e le cascine isolate della Langa Astigiana offrirono protezione ai primi gruppi di partigiani fin dall'autunno del 1943. Cresciuto nell'estate del 1944 il movimento resistenziale, a partire da settembre l'esercito tedesco sferrò una serie di offensive, con l'obiettivo di prendere il controllo delle vie di comunicazione fra Torino, Savona e Genova. L'inverno 1944-'45 fu anche in questa zona il periodo più duro per i partigiani e per la popolazione contadina che li sosteneva; dei tragici eventi di quei mesi si trovano ancora delle tracce nelle piazze dei paesi.

A Cassinasco, la parte bassa del paese è raccolta intorno a piazza Caracco, dedicata al partigiano Mario Bercilli "Caracco".

A Sessame (raggiungibile a piedi da Cassinasco con il sentiero "Boschi e coltivi", 14,4 km), un monumento ricorda, fra i caduti di varie guerre, sei "caduti per la libertà", fra i quali i fratelli Carlo e Egidio Carena, di 26 e 22 anni; partigiani della 78' Brigata "Devic", facevano parte della IX Divisione Garibaldi e furono fucilati a Bistagno il 29 gennaio 1945.

Sullo stesso sentiero si può proseguire per pochi chilometri e raggiungere nella stessa giornata Monastero Bormida.

Monastero Bormida è il paese natale di Augusto Monti, che viene degnamente ricordato con una targa visibile sulla facciata del castello.

La migliore descrizione dell'attività di insegnante di Monti è stata data da uno dei suoi allievi, Massimo Mila, nell'appendice scritta per un'edizione del libro I Sanssôssi: ritratto perfetto di un professore che utilizzava i classici della letteratura per ciò che esattamente sono, strumenti per formare il carattere dei futuri cittadini. 

Da Monastero Bormida, si può camminare per due giorni sul ben segnalato sentiero "delle cinque torri".

A Olmo Gentile, oltre alla torre (la terza, dopo quelle di Monastero Bormida e di San Giorgio Scarampi), è interessante osservare una lapide, purtroppo non accompagnata da informazioni che ne spieghino il significato storico.


Si tratta di una delle lapidi fatte apporre in numerosi Comuni d'Italia dal governo fascista dopo che, il 18 novembre 1935, la Società delle Nazioni aveva votato (per la prima volta nei confronti di un Paese membro) l'adozione di sanzioni economiche per farla desistere dall'invasione dell'Etiopia (il Paese membro aggredito). L'attacco italiano era iniziato il 3 ottobre e costituiva una violazione dell'articolo XVI dello Statuto della Società delle Nazioni. Le lapidi fecero parte di una campagna di propaganda del governo fascista, che, nel presentarli agli italiani, capovolse i fatti: l'Italia, che aveva appena violato il diritto internazionale con una guerra di aggressione, veniva definita un Paese "civile" vittima di un "assedio" e di una "ingiustizia". Si nota che ai lati della lapide, sono stati scalpellati via i due fasci littori.

Il "giro delle cinque torri" si può interrompere per il pernottamento a Roccaverano. Il giorno seguente, tornando verso Monastero Bormida, si può deviare verso Mombaldone percorrendo un sentiero che permette di camminare lungo meravigliosi calanchi.

Un'ora di cammino circa prima di Monastero Bormida, si passa dalla chiesetta di Santa Libera, accanto alla quale è visibile la lapide che ricorda una vittima dei nazifascisti.

 Tornati a Monastero Bormida, il giorno seguente si può riprendere il sentiero "Boschi e coltivi" e poi spostarsi su quello chiamato "Il fiume e le rocche" per raggiungere Vesime.

Nel centro storico, è visibile un altro rudere, oltre a quello del castello:

Anche in questo caso, come a Olmo Gentile, sarebbe utile un pannello informativo che spieghi cosa furono il PNF e i segretari del fascio. 

A Vesime, nell'autunno del 1944, i partigiani realizzarono una pista di atterraggio per gli aerei alleati, ideata dal maggiore Neville Darewski Temple. Questi era un ufficiale dei servizi segreti inglesi, paracadutato in zona nel precedente agosto per coordinare l'azione dei partigiani. La pista di Vesime è passata alla storia come "l'aeroporto partigiano"; le sue vicende si possono leggere sul sito della Casa della Memoria di Vinchio e in Rete è disponibile un documentario di Andrea Icardi.

Il ritorno a Cassinasco può avvenire, con un'altra giornata di cammino, attraversando il bosco della Luja e il paese di Loazzolo, nei pressi del quale gli scontri fra partigiani e tedeschi risalgono al 27 dicembre 1943 (quando venne coinvolta una delle primissime bande, quella di Piero Balbo Poli) e al 6 gennaio 1944 (scontro di cui furono protagonisti gli uomini di Giovanni Rocca Primo).

Poco prima di Cassinasco si passa al santuario di Caffi, dove si trova un memoriale dedicato ai partigiani garibaldini e autonomi caduti nella zona.