A novembre del 1922 MC Escher torna a Siena, dove si fermerà per quasi quattro mesi, nuovamente alloggiato nella pensione della signora Alessandri. [...] Un'anziana signora danese ospite della pensione magnifica a Escher i paesaggi e le architetture dell'Italia meridionale e in particolare gli consiglia di soggiornare a Ravello. Il primo marzo del 1923 MCE parte per Napoli. [...] Si trattiene una decina di giorni, poi visita Pompei e il 14 marzo arriva a Ravello, dove conta di fermarsi a lungo, seguendo il consiglio della signora danese. Si stabilisce all'Albergo del Toro, che la guida Baedeker definisce una «bonne maison italienne». [...]
Nello stesso albergo, a fine mese, giungono il signor Arturo Umiker, sua moglie e una delle loro figlie. Umiker è un industriale svizzero, mentre sua moglie, Enrichetta Cattaneo, è milanese. La figlia, la maggiore di tre, è nata a Milano il 26 dicembre 1897, il suo nome è Giulia ma la chiamano Jetta. Nel 1900 la famiglia Umiker si era trasferita a Mosca, nel quartiere Nakhabino, dove il padre possedeva una filanda. Dopo la rivoluzione del 1917, Jetta, i genitori e le due sorelle minori riuscirono a tornare in Europa fuggendo in Finlandia.
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A Ravello MCE lavora intensamente, perché vuole migliorare nel disegno. Il 31 marzo si rade la barba per l'ultima volta. Osserva gli accoppiamenti delle lucertole e li descrive in una lettera a Jan. Il 5 giugno cambia argomento: all'amico racconta che al tavolo di fianco al suo è seduta una ragazza di venticinque anni; sta mangiando un biscotto e, a causa del caldo, indossa una camicetta senza maniche; le braccia delle ragazze lo turbano – confida Mauk – specialmente se sottili e leggermente abbronzate. Si rende conto di non aver più scritto all'amico da quando ha conosciuto Jetta. Non può far altro che scrivere di lei [...]
Ventinove dicembre Dodici
Per andare a piedi da Amalfi a Ravello ho chiesto informazioni ai passanti di fronte al museo, ma i primi che interpellato non sapevano darmi una risposta. Mi è stata poi indicata una scalinata a pochi passi di distanza. Con mille gradini sono arrivato a Pontone e in un'ora a Ravello.
[...] Da Villa Cimbrone di Ravello, mi incammino verso Atrani, scendendo le scalinate che portano a Castiglione. Presso la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, c'è il punto dal quale, il 25 maggio 1931, MCE disegnò, a colori, uno scorcio di Atrani, con il campanile della Collegiata di Santa Maria Maddalena al centro della composizione.
Escher ha usato la parola “nostalgia” in un'intervista rilasciata molti anni dopo, a proposito di ciò che emanano le sue stampe: in esse, ha spiegato il grafico, si ritrova l'architettura dell'Italia meridionale, l'impasto di influenze normanne, romaniche e arabe, e in particolare gli elementi che osservò e disegnò lungo la costa amalfitana, a Ravello, Positano, Atrani, Maiori, Minori e Amalfi.
Per esempio, nella stampa Case di Positano, dell'agosto 1934, sono evidenti alcuni degli interessi di MCE: le scale, le case cubiche e i tetti a cupola (Escher li definì “a panino”) tipici della Costiera Amalfitana. Nell'incisione Sogno dell'aprile 1935, il loggiato in cui è ambientato il sogno replica le arcate della chiesa della Madonna dell'Ospedale di Ravello, di cui MCE aveva realizzato uno schizzo nel maggio 1931.
Della litografia Cascata, del 1961, una delle opere più famose di Escher, tutti ricordano il mulino in primo piano, sul cui bizzarro loggiato l'acqua scorre in un circolo impossibile; pochi notano che lo sfondo, di un grigio molto chiaro, è una collina terrazzata: MCE l'aveva disegnata nell'entroterra di Ravello, durante i soggiorni degli anni Venti, molto probabilmente nella gola del Dragone, il torrente che scorre tra Scala e Ravello e sfocia poi ad Atrani. Inoltre, nella stessa opera, la casa in basso a destra è sormontata da un tetto a cupola e la donna che stende i panni è un particolare che l'artista può aver disegnato osservando una terrazza della zona.
Ai primi di luglio del 1931, in Olanda, Escher si mette al lavoro sulle immagini che ha disegnato e fotografato durante il soggiorno a Ravello. La prima litografia che ricava, ad agosto, è Atrani, Costa di Amalfi. È probabilmente nata da una fotografia in cui in primo piano compare Jetta, e sullo sfondo il promontorio di Atrani, ricoperto per buona parte di case, che termina con la Collegiata di Santa Maria Maddalena. Contiene molti degli elementi preferiti da Mauk: scale, cupole, edifici bianche e squadrati, un campanile a più livelli, una parete rocciosa verticale. Atrani e la sua Collegiata ritorneranno nella xilografia Metamorfosi del maggio 1937 – in cui costituiscono l'estremità sinistra della trasformazione –, in Metamorfosi II - realizzata tra il novembre 1939 e il marzo 1940, dove il grafico aggiunge alla Collegiata una torre che permette la trasformazione di Atrani in una scacchiera con i pezzi del gioco – e infine in Metamorfosi III, del 1968, più estesa ma simile alla precedente. Escher ha affermato che la torre immaginaria e la scacchiera sono nate «per una associazione di idee più o meno casuale».
A L'Aja, in estate Escher incontra l'incisore Fokko Mees, con cui si consulta sulla tecnica del bulino. A settembre, inizia a sperimentare questo strumento; la prima incisione che realizza è un cartoncino di invito per una mostra in programma a ottobre a L'Aja: l'immagine al centro è un leone, il cui originale marmoreo MCE aveva disegnato a Ravello. Si trovava in origine nel ciborio del duomo, in coppia con la statua di un bue. Nel Settecento, i due simboli degli evangelisti Marco e Luca vennero posizionati sulla Fontana Moresca, nella piazza omonima di Ravello, da dove furono rubati negli anni Settanta. Oggi se ne possono vedere le copie. Nello stesso duomo, Escher si era fermato a ricopiare le decorazioni geometriche del pulpito, sorretto da sei colonne su leoni stilofori, realizzato nel 1272 da Nicola di Bartolomeo da Foggia grazie a una donazione del mercante Nicola Rufolo.
Novembre è un mese di intensa attività: Escher realizza un'altra incisione, che raffigura un vicolo coperto di Atrani, una litografia con un panorama dello stesso paese e una con una vista di Ravello. A dicembre produce una xilografia della costa di Amalfi, a gennaio del 1932 un'incisione e una litografia del santuario dei Santi Cosma e Damiano di Ravello: era una piccola chiesa costruita in una parete rocciosa, oggi non più visibile perché inglobata negli anni Sessanta da un edificio molto più grande. Nel febbraio 1932 realizza due xilografie, un carrubo sporgente da una scogliera e una vista di Atrani presa da Pontone, e due incisioni: Porta Maria dell'Ospidale, Ravello e San Giovanni in Campidoglio. Quest'ultima raffigura la chiesa di San Giovanni Battista dell'Acqua e il suo campanile in stile moresco. A marzo stampa un'incisione del leone della Fontana Moresca e una litografia della frazione Torello: la chiesa duecentesca di San Michele Arcangelo, con un esonartece a tre archi, occupa la parte centrale e intorno ha diversi piani di terrazzamenti.
[...]
(Da Ho seguito Escher. In viaggio con l'artista in Italia, Spagna, Corsica, Tunisia, Malta,
i libri di Mompracem, Firenze 2024)
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