sabato 23 ottobre 2021

Pigna, ricordi della Repubblica partigiana e dipinti del Quattrocento

 


Pigna e la vicina Castelvittorio, in provincia di Imperia, subirono l'aggressione nazista all'inizio di luglio del 1944. Vi si insediarono i militi fascisti, ma lo sbarco del 15 agosto in Costa Azzurra degli Alleati, e la loro avanzata verso la Liguria, mutarono il quadro della guerra nella zona. Il 29 agosto i garibaldini della V brigata della II divisione “Felice Cascione” occuparono Pigna, abbandonata dai fascisti. Nei primi giorni di settembre, i partigiani, applicando una direttiva del CLNAI che chiedeva ai CLN provinciali di realizzare nelle zone liberate un regime democratico, sollevarono dall'incarico il podestà. Il 18 settembre, con l'elezione del nuovo sindaco, nacque formalmente la Repubblica di Pigna.

Le vicende che portarono alla sua proclamazione e quelle che segnarono la sua breve vita sono ricostruite nel volume La libera Repubblica di Pigna, pubblicato a cura di Paolo Veziano dall'editore Fusta.

L'esercito tedesco attaccò la Repubblica di Pigna il 3 ottobre. La battaglia raggiunse il culmine il giorno 8: i partigiani iniziarono il ripiegamento poco dopo le 12 e completarono lo sganciamento nel pomeriggio: Pigna fu perduta e la Repubblica abbattuta. «La prima colonna tedesca a entrare in paese – scrive Veziano – ispezionò case e stalle alla ricerca di banditi, prese alcuni ostaggi ma, nell'occasione, tenne un comportamento da soldati veri: nessuna forma di violenza fu rivolta verso la popolazione inerme. Castelvittorio fu occupato da un battaglione che prese possesso – come da prassi – delle abitazioni migliori e vi rimase per tre mesi. Parallelamente alla riconquista di Pigna i tedeschi diedero avvio al grande rastrellamento che terminerà il 18 ottobre con il passaggio della I e V brigata garibaldina in Piemonte». Di questo fatto si racconta anche nel Giorno 24 del Cammino nella Resistenza.

L'occupazione di Castelvittorio avrà un tragico epilogo: i tedeschi imposero alla popolazione dei lavori forzati, ricevendo scarsa collaborazione. Il 3 dicembre, raggiunsero Monte Gordale, dove sapevano esserci dei partigiani alloggiati e riforniti di viveri dalla popolazione di Castelvittorio. Si accese una sparatoria, nella quale rimase ucciso un sottufficiale tedesco. Per rappresaglia, i nazisti, catturarono 19 civili e li fucilarono.

Il 20 ottobre del 1985 a Pigna e a Castelvittorio vennero inaugurati due monumenti, entrambi realizzati dallo scultore torinese Giovanni Borgarello: il primo per ricordare la libera Repubblica di Pigna del 1944, il secondo per non dimenticare l'eccidio del 3 dicembre 1944.


Secoli addietro, a partire dal 1388, Pigna, in precedenza un libero comune, era stata assoggettata al dominio dei Savoia, e ne costituiva un estremo presidio meridionale, dove transitavano a dorso di mulo le merci provenienti dalla costa (sale, pesce, spezie): insieme con i prodotti locali (olio, vino, castagne), erano scambiate con latticini, lana e cereali.

Nel corso del XV secolo, sulla strategica via che collega la costa ligure al basso Piemonte, venne costruita la chiesa di San Bernardo. Bernardo da Mentone, fondatore del monastero che accoglie e ristora i pellegrini presso il valico tra Svizzera e Valle d'Aosta, è venerato nei punti di transito di uomini e merci. Posta al di fuori delle porte del borgo, la chiesa fungeva anche da rifugio notturno per i viandanti che arrivavano a Pigna con il buio, quando gli ingressi al paese erano già stati chiusi.

San Bernardo a Pigna
(foto di Carlo Dell'Orto)

Negli ultimi decenni del Quattrocento, fu attivo nella zona il pittore pinerolese Giovanni Canavesio, il cui capolavoro è costituito dagli affreschi della chiesa di Notre-Dame-des-Fontaines a Briga. A Pigna affrescò nel 1482 la chiesa di San Bernardo, in particolare con il tema del Giudizio Universale, e nel gennaio del 1500 vi realizzò la sua ultima opera conosciuta, il polittico di San Michele conservato nell'omonima chiesa parrocchiale.

San Bernardo, il Giudizio Universale di Giovanni Canavesio
(foto di Carlo Dell'Orto)

Per visitare la chiesa di San Bernardo occorre accordarsi con il custode, sig. Giorgio (tel. 329 233 0252).


venerdì 15 ottobre 2021

Il Museo della Resistenza di Carpasio e il sentiero della battaglia di Monte Grande

 

Per il suo contributo alla lotta di Liberazione, la Provincia di Imperia è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare. La sua Valle Argentina ospita, in località Costa del comune di Carpasio, un museo della Resistenza.

L'edificio in cui è allestito è un antico “casone”, nel quale c'era stato in tempo di guerra il comando della I zona Liguria. Nel 1977 i proprietari lo donarono all'ANPI: era in rovina, ma il lavoro di molti partigiani lo trasformò nell'attuale museo.

Grazie alla disponibilità di due volontari, lo si può visitare al sabato e alla domenica, da aprile a ottobre. Vi racconteranno dell'aiuto che la popolazione di Carpasio coraggiosamente diede ai partigiani, del castagno secolare nel cui tronco cavo venivano nascosti i partigiani feriti durante i rastrellamenti nazifascisti, dei protagonisti della Resistenza nell'Imperiese: Felice Cascione, Il Curto, Cion (di cui si racconta anche nel Giorno 24 del Cammino nella Resistenza).

da sinistra: Cion (Silvio Bonfante) e Mancen (Massimo Gismondi)

Con orgoglio vi mostreranno la sedia su cui si sedette il Presidente Sandro Pertini quando, nel 1980, venne a Imperia a consegnare le medaglie d'oro alla memoria a Cascione, Cion e altri quattro partigiani.


Per organizzare la visita, si può telefonare alla signora Gabriella al numero 338 9458616.

Proseguendo da Carpasio in direzione nord, verso Pieve di Teco, in località San Bernardo di Conio ci si può fermare presso le lapidi che ricordano la battaglia di Monte Grande del 4-5 settembre 1944.

I nazifascisti avevano accerchiato le formazioni partigiane riparate nella zona del bosco di Rezzo. Per uscire dall'accerchiamento, il distaccamento d'assalto “Garbagnati” guidato da Mancen e Stalin si portò sotto le pendici di Monte Grande e a sorpresa diede l'assalto. I partigiani erano armati soltanto di bombe a mano e armi automatiche leggere, ma riuscirono ad avere la meglio sui tedeschi e aprirono una via di fuga per i compagni.

Ferruccio Iebole in "Sempre in gamba nè" (Edizione AeC Mondovi' 2010) elenca gli uomini che seguirono  Mancen e Stalin nell'impresa: Fulmine (G. Battista Acquarone); Alquati (Attilio Alquati); Gnek (Giuseppe Bergamelli); Brescia (Umberto Bonomini); Van Stiller (Primo Cei); Cigre' (Carlo Cerrina); Feli' (Felice Ciccione); Cristo (Bartolomo Dulbecco); Alfredo (Alfredo Giovagnoli); Carlo (Carlo Madonia); Romano (Silvio Paloni).

Da San Bernardo di Conio si può percorrere un Sentiero della Libertà, sistemato grazie al progetto Memoria delle Alpi, che conduce ai luoghi in cui si trovavano le postazioni tedesche sul Monte Grande.


lunedì 6 settembre 2021

MEMO4345


«È più difficile onorare la memoria dei senza nome che non quella degli uomini famosi».
(Walter Benjamin)


Nel settembre del 1943, circa 700 ebrei che si trovavano in domicilio coatto a Saint-Martin Vésubie e in altre località del Nizzardo tentarono di mettersi in salvo riparando in Italia
. Originari di vari Paesi europei, le traversie della persecuzione nazista li avevano condotti nella valle francese della Vésubie, dal 1942 occupata dall'esercito italiano che, nonostante l'alleanza con il regime tedesco, non li aveva consegnati alla deportazione; dopo l'8 settembre 1943, temendo l'arresto da parte dei tedeschi e sperando di trovare protezione in Italia, valicarono fortunosamente i colli di confine, Ciriegia e Finestra, seguendo i reparti della IV Armata dell'Esercito Italiano.
Gli itinerari che seguirono sono compresi nel Cammino nella Resistenza, ai Giorni 15, 16, 17 e 18.





La popolazione delle borgate situate fra Valdieri e Borgo San Dalmazzo ospitò generosamente alcune delle famiglie ebree provenienti da Saint-Martin Vésubie: decisivo fu lo sforzo organizzativo di don Raimondo Viale, il parroco di Borgo San Dalmazzo la cui storia è raccontata da Nuto Revelli nel suo libro-intervista
Il prete giusto. Ad Andonno, fu grazie al parroco don Borsotto che trovò protezione la famiglia Sharon, la cui vicenda è ricostruita da Adriana Muncinelli in Even, pietruzza della memoria.

I nazisti, però, occuparono l'Italia settentrionale e più di trecento degli ebrei vennero arrestati, in base al bando emanato dal comando tedesco il 18 settembre 1943;  a Borgo San Dalmazzo venne allestito un campo di concentramento nell'ex caserma degli Alpini, che sorgeva in un'area oggi destinata a uffici pubblici. Il 21 novembre, gli ebrei internati nel campo di concentramento vennero trasferiti, con un treno formato da carri-bestiame, dalla stazione di Borgo San Dalmazzo a Nizza, quindi trasportati a Drancy e infine ad Auschwitz. I sopravvissuti furono 39.

Accanto alla stazione ferroviaria di Borgo San Dalmazzo sorge il Memoriale della deportazione.


(foto di Aldo Galliano)

Proseguendo su corso Nizza, subito oltre il Memoriale si trova l'ex chiesa di Sant'Anna, nella quale il 5 settembre 2021 è stato inaugurato MEMO4345, uno spazio dedicato alla memoria degli ebrei che qui giunsero nel settembre 1943.



Il percorso allestito permette di conoscere le storie degli ebrei passati nelle Valli Gesso, dal luogo di origine alle vicende che li condussero a Borgo San Dalmazzo e alla deportazione o alla salvezza; le biografie sono state riscostruite da Adriana Muncinelli ed Elena Fallo nel fondamentale studio Oltre il nome. Storia degli ebrei stranieri deportati dal campo di Borgo San Dalmazzo.


Per aiutarci a capire come la Shoah e gli altri genocidi siano potuti accadere, le storie degli ebrei deportati sono affiancate da pannelli che spiegano le ideologie che li hanno provocati, a partire dal nazionalismo.


Si continua con la descrizione del terreno favorevole alla propagazione del male e delle "erbacce", i comportamenti che lo favoriscono: la tendenza a sottomettersi all'autorità del più forte, lo spirito gregario, il conformismo di massa, l'odio per il diverso, il rifiuto di immedesimarsi negli altri. Comportamenti che si stanno ripetendo nel nostro secolo e che vanno riconosciuti e contrastati. Una linea del tempo accompagna il percorso segnalando appunto i fatti che dalla fine dell'Ottocento hanno contribuito all'orrore degli stermini in tutto il mondo e quelli che sono stati invece compiuti dalla parte del bene, da parte di chi pensa che il male non è inevitabile.

Si chiude con il racconto degli episodi in cui persone di Borgo San Dalmazzo e delle Valli Gesso, i Giusti locali, hanno aiutato le vittime delle persecuzioni. Esempi per il nostro presente, prima che sia - ancora una volta - troppo tardi.


lunedì 24 maggio 2021

Il Cammino nella Resistenza

 Trenta giorni nella Storia


Scrive Nuto Revelli nel suo La guerra dei poveri: «23 agosto [1944]. All'alba, dopo sette ore di marcia, raggiungiamo i boschi di Callieri. Le condizioni fisiche degli uomini sono penose. Stanotte i più sfiniti, i più disperati, dicevano che era meglio affrontare i tedeschi che tirare avanti così. […] 24 agosto. Marcia bestiale verso il colle di Tesina, con lunghe soste. Intossicati dalla stanchezza, come ubriachi, si procede a strappi. È mattino avanzato quando i primi raggiungono Sant'Anna di Vinadio».

Forse soltanto ripercorrendo con il proprio corpo i sentieri dei partigiani descritti da Revelli e dagli altri testimoni della Resistenza, negli stessi luoghi ma senza la stanchezza e gli incubi della guerra, possiamo veramente capire cosa abbiamo guadagnato con la pace: la bellezza delle montagne e dei boschi, delle acque e del cielo, la gioia di stare con gli amici. Liberi. E invece della violenza che si vorrebbe dimenticare, viviamo le fatiche e le scoperte del cammino, che con piacere vogliamo ricordare e raccontare.


Giorno 12 - borgata Callieri (foto di Andrea Galliano)

Giorno 12 - torrente Tesina (foto di Andrea Galliano)

Giorno 12 - Sant'Anna di Vinadio


Nella provincia di Cuneo, una dozzina di valli alpine, disposte quasi a raggiera rispetto al capoluogo, vide nascere la Resistenza. Erano le ultime settimane dell'estate del 1943. Nei venti mesi successivi, le valli cuneesi furono il rifugio e il sostegno dei partigiani; soffrirono i rastrellamenti nazifascisti, ma sperimentarono anche la libertà e la democrazia delle prime repubbliche; infine, nella primavera del 1945, diedero l'impulso iniziale alla liberazione del Paese.

In quei luoghi, dalla Valle Varaita alla Valle Belbo, si snoda il Cammino nella Resistenza: un itinerario di grande fascino, che offre la possibilità di conoscere una parte importante della storia italiana, e nello stesso tempo attraversare magnifici boschi e borgate dalle pregevoli architetture, godere di splendidi panorami di alta montagna e di collina, ammirare affreschi e pitture realizzati da artisti sconosciuti ai più.

Le trenta tappe che compongono il Cammino nella Resistenza sono state pensate per essere percorse anche come itinerari singoli o a blocchi a seconda del numero di giorni che si hanno a disposizione. Chi potrà dedicare alla camminata un intero mese godrà pienamente i benefici psicofisici che si manifestano dopo due-tre settimane continuative di attività. In questo caso, si aggiunge l'immersione nei luoghi della storia. L'ambiente stesso in cui si cammina è il testo da leggere o, se si preferisce, il museo da visitare; ma una camminata restituisce più di quanto un libro o un museo da soli possano fare, perché dà la possibilità di comprendere con il proprio corpo le condizioni in cui si svolsero i fatti. Per esempio, camminando si sperimentano le distanze, diventano chiari concetti come la fatica o il pericolo.

Nei luoghi del Cammino nella Resistenza la memoria storica è spesso viva e le iniziative locali ricordano gli avvenimenti, alcuni felici e altri tragici, dei venti mesi della Resistenza. Molti comuni del Cuneese (e la provincia stessa) sono stati insigniti di medaglie al valore civile e militare per il contributo offerto nel periodo dell'occupazione nazifascista. Nel capoluogo opera l'Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea, e in varie località si possono reperire documentazione e informazioni presso i Centri Rete “Memoria delle Alpi”.

Mappa generale del Cammino nella Resistenza

Il Cammino nella Resistenza attraversa ambienti diversi: prevalente è quello montano, alcuni tratti sono collinari e altri urbani. Già dalle prime tappe, in Valle Varaita e Valle Maira, si osservano alcuni elementi caratteristici: la frutticoltura specializzata nelle zone pianeggianti e collinari, i boschi di castagno nella bassa valle, le faggete nella media valle. Spesso si notano anche i segni dello spopolamento che alla metà del secolo scorso ha interessato le valli, fino ad allora fittamente popolate: borgate disabitate, rimboschimento spontaneo di terreni un tempo coltivati e mancata manutenzione del bosco e del sottobosco. D'altra parte, si incontrano alcune preziose iniziative di reinsediamento abitativo e produttivo.


Giorno 7 - sentiero verso il torrente Maira

Dal Giorno 11 al Giorno 16 si cammina prevalentemente a quote più alte, incontrando boschi di conifere e, al di sopra dei 2000 metri di altitudine, zone in cui la presenza di alberi è scarsa e prevalgono le estese pietraie. Si attraversano aree comprese nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, caratterizzato da valli strette e profonde, effetto dell'erosione glaciale. Le particolarità della collocazione geografica, della morfologia e del clima si traducono nella presenza, in ambito botanico, di specie rare ed endemismi come la Saxifraga florulenta e la Viola Valderia. Per quanto riguarda la fauna, si segnalano la presenza di aquile reali, ermellini, camosci e stambecchi, la reintroduzione del gipeto, il ritorno del lupo. Nella porzione dell'adiacente Parco Nazionale del Mercantour, sul versante francese, attraversato il Giorno 15, è notevole la foresta di larici del Boréon.


Giorno 11 - vista dal rifugio Migliorero

I Giorni 22 e 23 permettono di inoltrarsi nel Parco Naturale del Marguareis. La secolare cura del bosco da parte dei monaci Certosini ha lasciato una copertura forestale eccezionale, nella quale spiccano abeti bianchi, aceri montani, pini mughi e pini cembri. Sui pascoli alpini è cospicuo il patrimonio floristico, impreziosito da molte specie rare e alcune endemiche. L'alto bacino del parco è caratterizzato da notevoli fenomeni di carsismo sia superficiale sia ipogeo, di grande interesse speleologico. Ricca e diversificata è la fauna, all'interno della quale sono degni di nota il capriolo, il cervo, il lupo e il picchio nero.

Negli ultimi giorni del Cammino, si attraversano le Langhe monregalesi per concludere poi l'itinerario nell'Alta Langa (in cui le quote sfiorano i 900 metri di altitudine) e in Valle Belbo. La zona delle Langhe, memoria di un antico bacino marino del Terziario, modellata dall'erosione di un reticolo idrografico in continua evoluzione, è prevalentemente collinare e spesso offre la possibilità di ammirare suggestivi calanchi. Per via del clima e della posizione, è avvenuta la penetrazione di specie vegetali mediterranee. Molto frequenti, oltre ai vigneti, sono le coltivazioni di noccioli.


Giorno 29 - Bossolasco: i versi di Ungaretti al Parco della Resistenza


Si può ascoltare una conversazione su Il Cammino nella Resistenza
aprendo questa pagina:


La guida Il Cammino nella Resistenza
si può acquistare nelle librerie o dal sito dell'editore Fusta


Il Cammino nella Resistenza sarà presentato


sabato 3 agosto 2024
alle ore 15,30,00
presso il Salone Polivalente
a Paesana (CN)




domenica 23 maggio 2021

Il Cammino nella Resistenza: pasti e pernottamenti

 

Anche se ormai i viaggiatori hanno a disposizione in Rete le informazioni necessarie per scegliere dove mangiare e dove dormire, ho preparato un elenco di consigli per chi percorre il Cammino nella Resistenza: si tratta di esercizi scelti per la loro posizione, le specialità o la disponibilità nei confronti dei camminatori e degli appassionati di storia; alcune delle strutture segnalate, anche se non sono campeggi, permettono di montare la tenda, quindi suggerisco di chiedere se esiste questa possibilità.

Consiglio verificare sempre in anticipo l'apertura e, se possibile, prenotare.

Talvolta i trasporti pubblici permettono di spostarsi verso i centri limitrofi anche per i pasti e il pernottamento: in questo modo, in alcuni casi la stessa località può servire da base per percorrere più tappe.



La guida Il Cammino nella Resistenza
si può acquistare nelle librerie o dal sito dell'editore Fusta



Consigli per i pasti e i pernottamenti

Giorno 1 – Da Verzuolo a Piasco

A Piasco:

B&B Ij Picapera – Via Umberto I, 18 (0175 270090 - 320 0655948)


Giorno 2 – Da Piasco a Rossana

A Rossana:

agricampeggio Bio Monviso - località Bastonero (www.agricampeggiomonviso.com)


Giorno 3 – Da Rossana a Villar San Costanzo

A Lemma:

Trattoria della posta (0175 64140, 324 7481385)


A Villar San Costanzo:

Biscottificio Cavanna - via Gatto, 9 

Pensione e ristorante Locanda dl'angel - via Pramallé, 26 (380 2166071)


Giorno 4 – Da Villar San Costanzo a Venasca

A Pian Pietro si trova un'area attrezzata per camper con bar, di fronte alla quale è possibile il campeggio libero (prendere accordi con il gestore del bar, 0175 978027 – 339 1289520).

A Venasca:

Affittacamere Maggiociondolo - Strada Provinciale Piasco, 57 (338 7598055)

Due camere e una bici - Borgata San Bartolomeo, 11 (347 1717801)

A Melle (località di arrivo del Giorno 5, raggiungibile in autobus in circa 15 minuti da Venasca con buscompany):

Ostello Antagonisti – via Carrera, 3/A (329 5892685)


Giorno 5 – Da Venasca a Melle

A Isasca:

Ristorante e locanda Reloup - piazza San Massimo, 13 (0175 68550)

A Melle:

Birreria ristorante Officina Antagonisti – via Tre Martiri, 96 (0175 978032)

Ostello Antagonisti – via Carrera, 3/A (329 589 2685)



Giorno 6 – Da Melle a Sant'Anna di Roccabruna

Al Santuario di Valmala:

Locanda del Santuario (0175 978117)

A Sant'Anna di Roccabruna:

Rifugio “Carlo Fissore” (anpi.dronero@virgilio.it, sig. Mandrile 328 6963517)


Albergo ristorante La Pineta (0171 918472)

Albergo trattoria bar Roccerè (340 2119976)


Giorno 7 – Da Sant'Anna di Roccabruna al rifugio Dalmastro

A Cartignano:

Alimentari e tavola calda Viviana - via Paschero, 17 (0171 900302)

Casa per ferie San Lorenzo e Casa del lavatoio – via Paschero 17 (333 1488127)

A San Damiano Macra:

L’Oste di Fraire - via Roma, 2/e (0171 9000056)

Agriturismo Lo Puy (https://www.lopuyvallemaira.it)

Bar trattoria Colombero - via Roma, 17 (0171 9000065) 

A Santa Margherita il Rifugio Detto Dalmastro è temporaneamente chiuso.


A Borgata Ghio:

Casa vacanze – La casetta della nonna 

Giorno 8 – Dal rifugio Dalmastro a Saretto

A Pradleves:

Trattoria albergo Leon d'oro - via IV Novembre, 51 (0171 986506)

Bar Abrì, via Vittorio Nazzari (presso gli impianti sportivi) 

A Riosecco:

Casa per ferie La tano dei sarvanot (339 3547268)

A Saretto:

Locanda Ca' Mea – via Mistral, 34 (392 6300090, info@camea.it)

A San Pietro di Monterosso Grana (7oo m a N di Saretto):

L'Oste de Senpìe (347 4967118)

A Levata di Monterosso Grana (1,7 km a N di Saretto):

Agriturismo Lou Porti – Borgata Levata 14 (339 1387737)


Giorno 9 – Da Saretto a Valloriate

A Paraloup:

Ristorante e foresteria (349 6397386)

A Valloriate:

Locanda Fungo Reale (0171 717010, www.fungoreale.it)


Giorno 10 – Da Valloriate a Bergemolo

A Demonte:

Campeggio Piscina - strada Perdioni, 3 (all'uscita del paese sulla strada per Bergemolo, 333 3426881)

A Bergemolo:

Rifugio Olmo bianco (340 5517957)



Giorno 11 – Da Bergemolo al rifugio Migliorero

A Bagni:

Campeggio Rio Strepeis (0171 95824)

Posto tappa GTA (0171 95831)

Rifugio Migliorero (CAI Sezione di Fossano, 0171 95802)



Giorno 12 – Dal rifugio Migliorero a Sant'Anna di Vinadio

A San Bernolfo:

Ristorante e rifugio Dahu de Sabarnui (0171 1836457).

A Sant'Anna di Vinadio:

Posto tappa GTA; per prenotare un posto letto telefonare al rifugio Casa San Gioacchino (0171 959125), una struttura ricettiva presso la quale si consumano la cena e la colazione nel caso si scelga la mezza pensione al posto tappa; quando si arriva a Sant'Anna, per avere le chiavi del posto tappa GTA ci si deve rivolgere al rifugio Casa San Gioacchino (seguire le indicazioni “Ristoro-Soggiorno”).


Giorno 13 – Da Sant'Anna di Vinadio al rifugio Malinvern

Rifugio Malinvern (CAI Sezione di Ceva, 0171 1936018 - 340 2768964, www.rifugiomalinvern.it).



Giorno 14 – Dal rifugio Malinvern a Terme di Valdieri

L'alluvione dell'ottobre 2020 ha danneggiato alcuni sentieri in Valle Gesso, il Parco Naturale Alpi Marittime ha attivato una mappa online delle criticità relative ai Giorni 14, 15, 16 e 17.

Rifugio Valasco (0171 1935229 – 347 0531456)

A San Giovanni: area camper presso cui è anche possibile campeggiare con la tenda

A Terme di Valdieri:

Posto tappa GTA (327 0116545)

Hotel Royal (0171 97106, nella tariffa del soggiorno è compreso l'ingresso alle terme)


Giorno 15 – Da Terme di Valdieri a Saint-Martin Vésubie

A Le Boréon:

Gîte du Boréon” (https://giteduboreon.com)

A Saint-Martin Vésubie:

Restaurant Lou Pitchoun, rue du Docteur Cagnoli (La rue du béal)

Camping La Ferme St Joseph, Route du Stade (camping-alafermestjoseph.com, +33 06 70 51 90 14, riserva un'area ai camminatori)


Giorno 16 – Da Saint-Martin Vésubie a San Giacomo di Entracque

A Madone de Fenestre:

Refuge CAF de la Madone de Fenestre (https://chaletmadonedefenestre.ffcam.fr, +33 04 93 02 83 19)

Association Les Pèlerins de Notre Dame de Fenestre (+33 06 60 45 35 63)


Fra il Colle di Finestra e San Giacomo di Entracque:

Rifugio Soria-Ellena (0171 978382 – 340 2240558)




A San Giacomo di Entracque:

Campeggio “Sotto il faggio” (0171 1935515 - 349 7305438)

Rifugio San Giacomo (0171 978704)

Ristorante Baita Monte Gelas (0171 978704)


Giorno 17 – Da San Giacomo di Entracque a Valdieri

A Entracque:

Campeggio Valle Gesso (sulla strada provinciale per Valdieri, 0171 978247)

A Valdieri:

Ostello Alpino Villa Marsiglia (351 6339876 - www.villamarsigliavaldieri.it)

Trattoria e affittacamere Constancia (Società Operaia di Valdieri) - via A. Grandis, 2 (0171 97232 - 392 555 0798 - constanciatrattoria@gmail.com - www.somsvaldieri.it)



Giorno 18 – Da Valdieri a Borgo San Dalmazzo

Ad Aradolo San Antonio:

Circolo ACLI Amici di Aradolo (di fianco alla chiesa)

A Borgo San Dalmazzo:

Caffè Stazione - corso Nizza, 11

Ufficio turistico - via V. Veneto, 19 (0171 266080)


Giorno 19 – Da Borgo San Dalmazzo a Vigna

A Boves:

Osteria della Luce - via Ing. Capello, 5 (348 7962580)

Pasticceria Dolce idea - piazza Italia, 50 (0171 387868)

B&B La casa arancione - via Peveragno, 13 (0171 388244)

Hotel e ristorante Trieste - corso Trieste, 31 (0171 380375)

A Pradeboni:

Casetta Alpina (0171 337719)

A Vigna:

Agriturismo Cascina Veja (0171 734940), raggiungibile in 5 minuti proseguendo sulla S.P. 42 dall'imbocco del sentiero “Chiusa-Certosa”.


Giorno 20 – Da Vigna a Prea

Giorno 21 – Da Prea alla Grotta dei Partigiani e ritorno a Prea

A Prea:

L'Ostu d'r Chiè (0174 060071 – 349 8109617)

Casa Vacanze (339 5044785): si trova nell'edificio che ospitò i dormitori dei partigiani



Giorno 22 – Da Prea a Pian delle Gorre

Rifugio Pian delle Gorre (335 6889542 – info@rifugiopiandellegorre.cn.it)



Giorno 23 – Da Pian delle Gorre a Carnino

Rifugio Garelli (0171 738078)


Foresteria di Carnino Inferiore (0174 086108 - info@foresteriacarnino.it)

A Tetti delle Donzelle:

Rifugio FIE Ciarlo Bossi (non gestito, rivolgersi al Gruppo Escursionisti Savonesi: 348 9273133 - 3389669359)


Giorno 24 – Da Carnino a Fontane

Rifugio Mongioie (0174 390196)

Bivacco Cavarero (CAI Sezione di Mondovì, 0174 46776)


A Fontane è possibile pernottare nell'ex-edificio scolastico (gestito dall'
Associazione Culturale “E Kyé”, prenotare al numero 349 3232140 - 347 8449602); per i pasti: Osteria delle Fontane (388 6258306 - 333 5334642)

A Corsaglia (6 km a N di Fontane): ristorante e albergo Corsaglia (0174 349109 – 345 7007999)


Giorno 25 – Da Fontane al rifugio Navonera

Bar della Grotta - località Bossea, 10 (presso la biglietteria)

Rifugio Navonera (333 8421528 – 339 7982777)



Giorno 26 – Dal rifugio Navonera a Pamparato

A Pamparato:

Trattoria Roma (anche albergo nei mesi di luglio e agosto, 0174 351120)

Casa vacanze comunale presso l'ex Asilo San Giuseppe (solo per gruppi di almeno 15 persone)


Giorno 27 – Da Pamparato a Bastia Mondovì

A Bastia Mondovì:

Trattoria Nuova Vigna Veja (346 7213682)

Bar Cit ma bel (345 9246186)

Campeggio La Cascina (0174 60181, a 1,5 km dal concentrico in direzione di Carrù)


Giorno 28 – Da Bastia Mondovì a Murazzano

A Murazzano:

Affittacamere La cà del medic (www.lacadelmedic.it333 6860068 - info@lacadelmedic.it)


Giorno 29 – Da Murazzano a Bossolasco

A Bossolasco:

Albergo Alte Langhe – via Umberto I, 62 (0173 793120)


Giorno 30 – Da Bossolasco a Santo Stefano Belbo

A Santo Stefano Belbo:

Bar Roma - via Roma, 16 (0141 844252)