lunedì 7 aprile 2025

Ho seguito Escher a Bruxelles

 

Maurits Cornelis Escher e la moglie Jetta Umiker vissero a Bruxelles dall'estate del 1937 al febbraio del 1941.

A luglio del 1936, tornati dal viaggio sulle motonavi dell'Adria, Jetta e Mauk trascorrono alcuni giorni in Svizzera, quindi ai primi di agosto vanno dai genitori di Escher all'Aja. Lungo il tragitto, si fermano una notte a Bruxelles da un fratello di Mauk e cominciano a pensare di traferirsi in Belgio. Ai genitori, Mauk racconta entusiasta il viaggio nel Mar Mediterraneo e il padre annota nel suo diario che «per lui è stato quasi il momento migliore della sua vita». Il primo settembre gli Escher ritornano a Château-d'Oex e MCE si mette al lavoro per realizzare le stampe pattuite con la Compagnia di navigazione Adria. Termina a marzo del 1937 e alla fine del mese lui e Jetta decidono di trasferirsi definitivamente in Belgio. Nei due mesi successivi, prima di andare a cercare una nuova casa, MCE realizza la xilografia Metamorfosi, la prima con questo titolo. Escher rappresenta il suo cambiamento interiore e artistico, la rielaborazione del passato che prepara la proiezione nel futuro: sul lato sinistro dell'opera si vede un panorama di Atrani, che progressivamente diventa una superficie tassellata. Lo studio delle decorazioni dell'Alhambra sta conducendo Mauk a dedicarsi principalmente alla divisione regolare del piano. Chissà se la figura umana in costume orientale che conclude la metamorfosi è in qualche modo un autoritratto?

Per quanto riguarda il cambiamento di indirizzo, Mauk e Jetta trovano casa a Uccle, un sobborgo meridionale di Bruxelles, al numero 31 di Avenue Saturne. È in un viale alberato, a cinquecento metri di distanza dall'Osservatorio Astronomico Reale. Jetta è in attesa del terzo figlio e Mauk è soddisfatto perché a Uccle trova per i suoi figli una scuola rigorosamente laica che non impartisce agli studenti alcuna educazione religiosa. A novembre MCE realizza la xilografia Sviluppo, che così descriverà nel suo libro del 1959 Grafica e disegni: «Dei quadrati appena riconoscibili ai bordi del disegno, congiungendosi nel centro, subiscono uno sviluppo di forma e contrasto». Del febbraio 1938 è la xilografia Giorno e notte, in cui la scacchiera di grigi dei campi coltivati si trasforma in uccelli bianchi e neri, che volano in direzioni opposte: i neri verso il giorno e i bianchi verso la notte; in questo caso il contrasto aumenta dal basso verso l'alto.

Il 6 marzo nasce Jan, il terzo figlio di Jetta e Mauk, che per l'occasione realizza una xilografia in cui il neonato è posto su una piccola barca con la vela gonfiata dal vento a favore, circondata da uccelli e pesci che accorrono a salutare il bambino, accomodato su un cuscino e riparato con una coperta. A maggio MCE crea un'altra metamorfosi, la litografia Ciclo.

In Grafica e disegni, Escher ha spiegato che:

Il motivo per il quale, dal 1938 in poi, mi concentrai sull'interpretazione di idee personali è, principalmente, la conseguenza del fatto di aver lasciato l'Italia. In Svizzera, Belgio e Olanda, dove abitai successivamente, le forme del paesaggio e quelle architettoniche mi impressionarono meno di quelle dell'Italia meridionale. Per necessità mi dovetti distaccare, in un certo senso, dalle riproduzioni fedeli, più o meno dirette o indirette, del mio ambiente. Questa condizione fu senz'altro un forte stimolo per la nascita di immagini interne.

Altri cambiamenti attendono la famiglia Escher. Il 14 giugno del 1939 muore Georg Arnold, il “vecchio Es”; Mauk disegna un ritratto del padre sul letto di morte. Nel 1968 dichiarerà in un'intervista di aver molto amato suo padre e di sentirsi simile a lui: «Un uomo solitario che passava la maggior parte del tempo seduto nella sua stanza». Nel maggio 1940, la Germania invade il Belgio e i Paesi Bassi; Bruxelles viene occupata il 17. Dieci giorni dopo, Mauk riceve la notizia della morte di sua madre. Alla fine dell'anno, lui e Jetta decidono di trasferirsi nei Paesi Bassi. Scelgono la cittadina di Baarn, nella provincia di Utrecht, e traslocano il 20 febbraio del 1941.

                                          (Da Ho seguito Escher. In viaggio con l'artista in Italia, Spagna, Corsica, Tunisia, Malta,

i libri di Mompracem, Firenze 2024)


A febbraio del 2025, grazie all'aiuto degli amici Carolina e Mattia, ho individuato la casa di Uccle in cui vissero Jetta e Mauk:


L'edificio fu progettato nel 1927 dall'architetto Albert Grimmiaux, come si può leggere sul pilastro di destra del portico d'ingresso.



Ho seguito Escher sarà presentato

martedì 15 aprile
alle ore 18
Biblioteca civica Centrale
via della Cittadella 5
Torino


Ho seguito Escher anche:

-  a Orvieto

- in Abruzzo


- a Ravello

- in Calabria



lunedì 27 gennaio 2025

Di nuovo in treno sulla ferrovia Savigliano-Saluzzo-Cuneo

 

Cuneo, ventisette gennaio Venticinque


Da questa mattina i treni circolano nuovamente sulla ferrovia Savigliano-Saluzzo-Cuneo.

La prima parte della linea (tra Savigliano e Saluzzo) fu aperta nel 1857, la seconda (tra Saluzzo e Cuneo) nel 1892. Tredici anni fa, la chiusura, "dopo gli sconsiderati ed assurdi tagli effettuati dalla giunta Cota [Lega Nord] nel 2011, che avevano portato alla chiusura di quasi il 24% della rete regionale [piemontese]" (Omar Cugini, presidente del CeSMoT).

Alle sei meno dieci, sul marciapiede del binario 3 della stazione di Cuneo, c'è una coppia in attesa: sono i signori Arena, marito e moglie. Giuseppe Arena è il fondatore di Arenaways, la compagnia ferroviaria che da oggi gestisce la tratta.


La signora Arena accoglie a bordo i primi passeggeri con gentilezza e calore, quasi come se ci facesse entrare nel suo salotto. Capotreno e controllore risolvono i piccoli problemi di biglietteria dei primi passeggeri. 



Si parte in orario e si raccolgono i primi viaggiatori anche a Busca, Costigliole Saluzzo, Verzuolo e Manta. A Saluzzo (la città che più ha sofferto per la mancanza del treno nell'ultimo decennio), nonostante siano le sette meno dieci, c'è già una decina di persone sul marciapiede del binario 1, alcuni dei quali per scattare foto. Dal binario 2 parte l'altro treno Arenaways per Cuneo.
Si riparte lentamente, per prendere velocità dopo qualche centinaio di metri. La signora Arena, molto emozionata, mi dice: "Quasi peggio di un parto!" Poi si corregge: "Diciamo che mi è nato un nipote".

A Savigliano si arriva sul binario 1, quello storicamente dedicato ai treni da e per Saluzzo. La stazione non è cambiata nei decenni e così è più facile indulgere ai ricordi di viaggi che risalgono agli anni Ottanta o al massimo ai primi Novanta, quando esistevano ancora corse notturne, grazie alle quali si poteva, per esempio, assistere a un concerto a Torino e poi rientrare a Savigliano o Saluzzo.


Nella sala d'aspetto, sui tabelloni delle partenze è ricomparsa la destinazione Saluzzo.


Anche la corsa di ritorno verso Cuneo parte in orario, alle 8.12. Finalmente si può rivedere la stazione di Saluzzo dall'interno di un treno.



A Cuneo scendo dal treno con la sensazione che un piccolo angolo del mondo oggi si sia incivilito e con la consapevolezza di quanto lavoro sia ancora necessario (nel settore dei trasporti e in molti altri)  per rendere il Piemonte una regione vivibile con piacere.