Nel Ponente ligure e nell'alta Val Tanaro si può compiere un viaggio a piedi nella Storia, che permette di comprendere come fu organizzata e combattuta la lotta di Liberazione. Dalle città della costa (Albenga, Imperia, Sanremo, Ventimiglia) si risale per le valli, accompagnati dalle parole di storici e scrittori, alla ricerca dei “casoni” e dei paesi, come Bajardo, Carpasio e Pigna, che furono il teatro della Resistenza.
La “Prima Zona Liguria” era, durante la Resistenza, l'area compresa tra il confine italo-francese e l'Albenganese: si può conoscere la sua storia mettendosi in cammino, per recuperare e condividere la memoria dei luoghi e il significato degli avvenimenti.
Dalla costa, i percorsi proposti in questa guida seguono gli spostamenti delle formazioni partigiane e si dirigono verso l'interno. Il primo itinerario parte da Albenga, attraversa Andora, Alassio, Cervo e Diano Marina, raggiunge Imperia e quindi, sulle tracce di Felice Cascione e della canzone Fischia il vento, tocca Testico, Casanova Lerrone e le frazioni di Onzo e Vendone per concludersi ad Alto. Il secondo percorso va da Sanremo a Molini di Triora, passando per Bajardo, Ceriana, Badalucco, Montalto, Carpasio, San Bernardo di Conio e il Monte Grande. Il terzo itinerario comincia a Ventimiglia e conduce a Olivetta, Airole, Rocchetta Nervina e Pigna, capitale di una importante «repubblica partigiana», per poi proseguire verso Triora, Piaggia, Upega e Carnino, fino a Fontane in Val Corsaglia.
A Carnino il Cammino nella Prima Zona Liguria interseca il Cammino nella Resistenza in provincia di Cuneo, per cui è possibile proseguire in direzione nord-est, verso le Langhe, oppure in direzione nord-ovest, nelle valli cuneesi.
La “I Zona Liguria” è stata insignita nel 1980 della medaglia d'oro al valor militare; nell'occasione, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini motivò l'onorificenza con queste parole: «Illustre fra le genti Liguri per tradizione di fierezza tenacia e antica adusanza a duro lavoro, in una terra aspra, impervia e avara di risorse, la popolazione imperiese, a prezzo di oltre 1200 caduti, 100 deportati, stragi, persecuzioni e distruzioni immani durante 20 mesi di occupazione nazifascista combatté la sua strenua Resistenza per la riconquista delle Patrie leggi e libertà, in concorso e sostegno, spesso cruenti, con le sue forze partigiane».
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