Le vicende che portarono alla sua proclamazione e quelle che segnarono la sua breve vita sono ricostruite nel volume La libera Repubblica di Pigna, pubblicato a cura di Paolo Veziano dall'editore Fusta.
L'esercito tedesco attaccò la Repubblica di Pigna il 3 ottobre. La battaglia raggiunse il culmine il giorno 8: i partigiani iniziarono il ripiegamento poco dopo le 12 e completarono lo sganciamento nel pomeriggio: Pigna fu perduta e la Repubblica abbattuta. «La prima colonna tedesca a entrare in paese – scrive Veziano – ispezionò case e stalle alla ricerca di banditi, prese alcuni ostaggi ma, nell'occasione, tenne un comportamento da soldati veri: nessuna forma di violenza fu rivolta verso la popolazione inerme. Castelvittorio fu occupato da un battaglione che prese possesso – come da prassi – delle abitazioni migliori e vi rimase per tre mesi. Parallelamente alla riconquista di Pigna i tedeschi diedero avvio al grande rastrellamento che terminerà il 18 ottobre con il passaggio della I e V brigata garibaldina in Piemonte». Di questo fatto si racconta anche nel Giorno 24 del Cammino nella Resistenza.
L'occupazione di Castelvittorio avrà un tragico epilogo: i tedeschi imposero alla popolazione dei lavori forzati, ricevendo scarsa collaborazione. Il 3 dicembre, raggiunsero Monte Gordale, dove sapevano esserci dei partigiani alloggiati e riforniti di viveri dalla popolazione di Castelvittorio. Si accese una sparatoria, nella quale rimase ucciso un sottufficiale tedesco. Per rappresaglia, i nazisti, catturarono 19 civili e li fucilarono.
Il 20 ottobre del 1985 a Pigna e a Castelvittorio vennero inaugurati due monumenti, entrambi realizzati dallo scultore torinese Giovanni Borgarello: il primo per ricordare la libera Repubblica di Pigna del 1944, il secondo per non dimenticare l'eccidio del 3 dicembre 1944.
Nel corso del XV secolo, sulla strategica via che collega la costa ligure al basso Piemonte, venne costruita la chiesa di San Bernardo. Bernardo da Mentone, fondatore del monastero che accoglie e ristora i pellegrini presso il valico tra Svizzera e Valle d'Aosta, è venerato nei punti di transito di uomini e merci. Posta al di fuori delle porte del borgo, la chiesa fungeva anche da rifugio notturno per i viandanti che arrivavano a Pigna con il buio, quando gli ingressi al paese erano già stati chiusi.
Negli ultimi decenni del Quattrocento, fu attivo nella zona il pittore pinerolese Giovanni Canavesio, il cui capolavoro è costituito dagli affreschi della chiesa di Notre-Dame-des-Fontaines a Briga. A Pigna affrescò nel 1482 la chiesa di San Bernardo, in particolare con il tema del Giudizio Universale, e nel gennaio del 1500 vi realizzò la sua ultima opera conosciuta, il polittico di San Michele conservato nell'omonima chiesa parrocchiale.