Jean-Michel
Folon (1934 - 2005) è stato l'illustratore – oltre che pittore e scultore – che
con la sua mano abile e felice è riuscito a farci vedere come sono i sogni di
una persona intelligente. Folon ha illustrato libri di Apollinaire, Kafka,
Bradbury, Giono; ha creato manifesti per film di Woody Allen e per numerosi
festival, e ha spesso dimostrato il suo impegno civile con l'illustrazione di
testi come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Era
un belga, e a pochi chilometri da Bruxelles una fondazione ha raccolto i suoi
felici e intelligenti lavori. Per visitarla, dalla stazione ferroviaria
Bruxelles Midi/Zuid si deve prendere un treno della linea S8 per Ottignies (ce
ne sono circa tre ogni ora), scendere a La Hulpe (40 minuti di viaggio), uscire
dalla stazione, svoltare subito a destra e imboccare Avenue Ernest Solvay;
altri 40 minuti, ma di passeggiata, e si arriva all'ingresso del Domaine régional
Solvay, in cui, oltre al castello di La Hulpe, si trova la Fondation Folon. In
questo parco, l'artista ci veniva da bambino, con i suoi familiari che durante
la seconda guerra mondiale erano sfollati da Bruxelles in una località vicina.
Il castello era stato acquistato nel 1893 da Ernest Solvay, l'imprenditore
belga che aveva fatto fortuna grazie all'invenzione del bicarbonato di sodio.
Solvay destinò una considerevole porzione del denaro accumulato al
finanziamento delle scienze e delle arti; per la ristrutturazione del castello
di La Hulpe, chiamò l'architetto che sarebbe divenuto il maggiore esponente
dell'Art Nouveau a Bruxelles: Victor Horta. Nella capitale belga si possono
visitare (o almeno ammirare dall'esterno) alcuni suoi edifici. Imperdibili sono
la sua casa (ora museo) in Rue Americaine 25 e la ex sede dei grandi magazzini
Waucquez, che oggi ospita il Centro belga del fumetto.
Una
sala della Fondation Folon è dedicata alle sue opere d'arte postale: buste da
lui illustrate, contenenti lettere indirizzate allo scrittore milanese Giorgio
Soavi, con il quale Folon aveva condiviso l'esperienza della collaborazione per
Adriano Olivetti.
Sull'arte,
pare che a Bruxelles le idee siano chiare. Il centro culturale Les brigittines
ha affisso all'ingresso un manifesto con la scritta: LIFE ESCAPES US BUT ART
GIVES IT BACK.
E su
una parete del museo dedicato a un altro artista belga, Magritte, campeggia
questa sua citazione: PAS D'ART SANS LA VIE. Succede così che, passando da un
luogo all'altro della città, scopriamo che se arte e vita coincidono, lo
sfuggire di quest'ultima e la sua restituzione attraverso l'arte non sono che
illusioni: tutto è vita.
La
vena di umorismo, talvolta surreale, non scorre soltanto in Magritte, in Folon
e nei fumettisti della scuola belga: mi sembra diffusa anche fra i comuni
abitanti di Bruxelles. Molti, infatti, espongono alla finestra di casa questa
dichiarazione:
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