La città di Kyōto è orgogliosa delle sue scuole elementari municipali, fondate tre anni prima che il governo nato dalla Restaurazione Meiji introducesse, nel 1872, l'istruzione elementare obbligatoria. La loro storia è celebrata nel Kyōto Municipal School Museum, che dal 1998 occupa un'ala della Scuola Elementare Kaichi, liberatasi con il calo demografico degli anni Novanta del secolo scorso.
Nel 1869 gli “anziani” di Kyōto, preoccupati per le ricadute negative che il trasferimento della capitale a Tōkyō avrebbe avuto sull'economia cittadina, “pensarono che fosse fondamentale istruire la popolazione affinché Kyōto tornasse ricca”. Ad ogni famiglia dotata di un fornello da cucina venne chiesta una donazione per costruire una scuola di quartiere e ai distretti che non riuscirono a raccogliere il denaro necessario la prefettura concesse un prestito. In questo modo, nacquero 64 scuole, che nutrirono “gli ideali di autogoverno, autodifesa e amore per la comunità” e rivitalizzarono le tradizionali produzioni artigianali e artistiche.
Nel museo non è consentito scattare fotografie, ma i cimeli esposti sono visibili sul sito http://kyo-gakurehaku.jp
Fra gli oggetti raccolti, ci sono i sussidiari degli anni Trenta che trasudano nazionalismo e militarismo e quelli degli anni Cinquanti censurati dalle autorità occupanti statunitensi. C'è il ritratto di Genzō Shimadzu, fondatore della Shimadzu Corp., industria che produce strumenti di precisione, vanto della città specialmente dal 2002, quando un suo ricercatore, Kōichi Tanaka, vinse il Premio Nobel per la Chimica.
In un'altra delle scuole elementari nate nel 1869 e rimaste inutilizzate negli anni Novanta, la Tatsuike, è stato aperto, nel novembre 2006, il Kyōto International Manga Museum. L'idea è nata alla Kyōto Seika University, che si è dotata dal 2001 di un Istituto di Ricerca sui Manga (http://imrc.jp) e dal 2006 di una Facoltà di Manga.
In Giappone i fumetti non sono più considerati una sottocultura, ma riconosciuti come un'industria strategica. Il loro successo internazionale a partire dagli anni Ottanta, e le conseguenti possibilità di espansione del mercato, ne hanno decretato la definitiva istituzionalizzazione; nel 2000, il Ministero dell'Educazione ne ha formalizzato l'ingresso nei programmi scolastici degli istituti artistici.
Il Museo, accanto alle attività di raccolta e conservazione, si propone come centro di ricerca, studi e formazione in grado di “creare cultura e sviluppo industriale” e “promuovere il turismo”. La sua ambiziosa visione è evidente nel diagramma che compare nel suo sito alla pagina
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