Un uomo sopravvissuto a lunghi anni di
guerra spiega a un bambino perché in guerra non ci dovrà andare. Il
bambino cresce in un'epoca di pace e non ripensa spesso alle parole
del reduce. Nel nostro secolo, però, la pace non appare più così
scontata, e il bambino diventato un adulto si rende conto che il
rifiuto della guerra contenuto in quelle parole ha messo in lui delle
radici profonde e decide di trasmetterne il seme anche ad altre
persone. Ecco la ragione di questo racconto, in cui si mescola una
pluralità di voci e di destinatari: un uomo in guerra scrive alla
fidanzata; lo stesso uomo diventato nonno racconta le proprie vicende
al nipote; quest'ultimo, molti anni dopo, legge le lettere del nonno
e progetta un viaggio in Etiopia per ripercorrere il suo itinerario:
Adua, Macallè, l'Amba Aradam e l'Amba Alagi, Mai Ceu e il lago
Ascianghi, Dessiè, Addis Abeba e, infine, Gibuti; il viaggiatore
riporta al lettore quanto scopre una volta giunto in Africa,
condivide le domande che si pone sulla vita del nonno e ciò che, nel
frattempo, arriva a intuire di se stesso; per capire e per spiegare,
il viaggiatore ricorre alla voce di storici, di altri scrittori e di
persone che ha incontrato nel Corno d'Africa e in altri viaggi.
Spesso, infatti, ciò che una voce non sa o non può dire, può
essere raccontato da un'altra, che esprime il frutto di esperienze
differenti ma comparabili.
Le
distanze temporali, in questo modo, illanguidiscono: nel mondo che si
crea quando più voci raccontano, non solo si può andare avanti e
indietro nel tempo, ma tutto è presente, nulla è passato, perché
tutto può ritornare raccontando. Così, si comincia a comprendere
quanto le persone si modellino grazie agli incontri che segnano le
loro vite e anche i confini fra gli individui sbiadiscono. I loro
viaggi, a prima vista distinti, si rivelano per quello che sono
davvero: un unico viaggio, che non ha inizio né fine. E allora ciò
che chiamiamo “un viaggio” è solo la parte di cui fissiamo
arbitrariamente l'inizio e la fine per poterla raccontare.
In guerra non andare sarà presentato
giovedì 23 febbraio 2023
alle 17,30
alla Società di Mutuo Soccorso
"Edmondo de Amicis"
corso Casale, 134
Torino
Si può ascoltare una conversazione su "In guerra non andare", fra Livio Partiti e Paolo Calvino, aprendo questa pagina:
La registrazione video dell'incontro del 3 novembre 2022 al Polo del '900 di Torino è disponibile a questo indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=P7Yq9DBvnXg
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