lunedì 21 maggio 2018

Sotto un ombrello d'acqua


Jean-Michel Folon (1934 - 2005) è stato l'illustratore – oltre che pittore e scultore – che con la sua mano abile e felice è riuscito a farci vedere come sono i sogni di una persona intelligente. Folon ha illustrato libri di Apollinaire, Kafka, Bradbury, Giono; ha creato manifesti per film di Woody Allen e per numerosi festival, e ha spesso dimostrato il suo impegno civile con l'illustrazione di testi come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
  

Era un belga, e a pochi chilometri da Bruxelles una fondazione ha raccolto i suoi felici e intelligenti lavori. Per visitarla, dalla stazione ferroviaria Bruxelles Midi/Zuid si deve prendere un treno della linea S8 per Ottignies (ce ne sono circa tre ogni ora), scendere a La Hulpe (40 minuti di viaggio), uscire dalla stazione, svoltare subito a destra e imboccare Avenue Ernest Solvay; altri 40 minuti, ma di passeggiata, e si arriva all'ingresso del Domaine régional Solvay, in cui, oltre al castello di La Hulpe, si trova la Fondation Folon. In questo parco, l'artista ci veniva da bambino, con i suoi familiari che durante la seconda guerra mondiale erano sfollati da Bruxelles in una località vicina. Il castello era stato acquistato nel 1893 da Ernest Solvay, l'imprenditore belga che aveva fatto fortuna grazie all'invenzione del bicarbonato di sodio. Solvay destinò una considerevole porzione del denaro accumulato al finanziamento delle scienze e delle arti; per la ristrutturazione del castello di La Hulpe, chiamò l'architetto che sarebbe divenuto il maggiore esponente dell'Art Nouveau a Bruxelles: Victor Horta. Nella capitale belga si possono visitare (o almeno ammirare dall'esterno) alcuni suoi edifici. Imperdibili sono la sua casa (ora museo) in Rue Americaine 25 e la ex sede dei grandi magazzini Waucquez, che oggi ospita il Centro belga del fumetto.
  

Una sala della Fondation Folon è dedicata alle sue opere d'arte postale: buste da lui illustrate, contenenti lettere indirizzate allo scrittore milanese Giorgio Soavi, con il quale Folon aveva condiviso l'esperienza della collaborazione per Adriano Olivetti.

Sull'arte, pare che a Bruxelles le idee siano chiare. Il centro culturale Les brigittines ha affisso all'ingresso un manifesto con la scritta: LIFE ESCAPES US BUT ART GIVES IT BACK.
E su una parete del museo dedicato a un altro artista belga, Magritte, campeggia questa sua citazione: PAS D'ART SANS LA VIE. Succede così che, passando da un luogo all'altro della città, scopriamo che se arte e vita coincidono, lo sfuggire di quest'ultima e la sua restituzione attraverso l'arte non sono che illusioni: tutto è vita.
La vena di umorismo, talvolta surreale, non scorre soltanto in Magritte, in Folon e nei fumettisti della scuola belga: mi sembra diffusa anche fra i comuni abitanti di Bruxelles. Molti, infatti, espongono alla finestra di casa questa dichiarazione:


 Qualcuno si è spinto oltre con la creatività, utilizzando manifesti di film per trasformare un negozio in una abitazione:


 Non so se l'accostamento dei titoli sia voluto o casuale, ma sono sicuro che Magritte e Folon lo avrebbero approvato.



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