domenica 5 dicembre 2010

Momijigari




Fukuoka, isola di Kyūshū. Sono le 8,30 di un sabato mattina di metà novembre e mi sto lavando i denti. La mia padrona di casa, la signora Satoko, bussa alla porta del bagno e mi ingiunge di sbrigarmi; ci aspetta in strada, dice. Cinque minuti dopo, esco di casa con la madre della signora, nonna Tomoko. La fretta è dovuta la fatto che stiamo andando al tempio Raizan Sennyoji per il momijigari e la signora Satoko non vuole rimanere imbottigliata nel traffico.

Di cosa sto parlando? Il momijigari è un'attività tradizionale giapponese che consite nell'andare, in autunno, a caccia di alberi le cui foglie assumono colori particolarmente attraenti, come il rosso scarlatto degli aceri o il giallo dei ginkgo. Kari, infatti, si traduce con “caccia” e il momiji è l'acero giapponese (Acer palmatum): ne esistono centinaia di varietà, alcune delle quali raggiungono i 16 metri di altezza, e spesso l'albero assume forma emisferica. A sua volta, l'etimologia della parola momiji risale all'antico termine momizu, che significa tingere di rosso. Per estensione, il vocabolo indica anche il nono mese del calendario lunare.





Il momijigari nacque come passatempo dell'aristocrazia nell'era Heian (VIII-XII sec. d.C.), e si diffuse fra le altre classi sociali in epoca Edo, a partire dal XVII secolo. Oggi sono decine di milioni i giapponesi che in autunno si muovono alla ricerca di aceri imporporati, spingendosi anche in Canada o in Spagna, in Estremadura. I principali canali televisivi mostrano ogni giorno i luoghi migliori per la caccia; il Raizan Sennyoji Daihiohin è uno di questi, ospita un imponente acero vecchio di quattro secoli e ciò spiega la fretta della mia padrona di casa. Arriveremo in tempo per parcheggiare a una ragionevole distanza dal tempio e riusciremo a passeggiare senza doverci accalcare, ma alle 10,30, quando lasceremo il sito, incroceremo una coda di automobili di un paio di kilometri.



La caccia ai momiji inizia a metà settembre nell'isola di Hokkaido, la più settentrionale dell'arcipelago giapponese; il fronte delle foglie rosse si sposta, poi, verso sud e raggiunge le isole più meridionali alla fine di Novembre. L'ente nazionale del turismo pubblica sul proprio sito un calendario che permette di organizzare gli spostamenti nei periodi giusti.

http://www.japan-guide.com/e/e2014.html

Il più visitato dei siti giapponesi per turisti fornisce una Guida ai colori dell'autunno, in cui spiega quali alberi cambiano colore, dove e quando. Oltre ai boschi di piante caducifoglie che coprono una considerevole porzione del territorio, particolarmente apprezzati sono i giardini dei templi zen.

http://www.jnto.go.jp/eng/indepth/seasonal/seasons_2004autumn-winter/index.html





Il momijigari è un tratto distintivo della cultura giapponese che davvero accomuna cittadini di ogni estrazione sociale; gli appassionati di poesia possono risalire fino ai tanka (poemi di 31 sillabe) del VII secolo per trovare dei riferimenti, gli studiosi di estetica possono collegare la contemplazione delle foglie d'acero alla ricerca della bellezza negli aspetti fugaci ed effimeri della natura e all'apologia della transitorietà derivata dalla metafisica buddhista; chi frequenta il teatro, sia il Nō sia il Kabuki, può assistere alla rappresentazione di un dramma tradizionale intitolato Momijigari; alcuni raccolgono le foglie di acero per poi cucinarle secondo la ricetta del tempura; chiunque, se si trova in una stazione ferroviaria e deve acquistare un regalo per l'ospite che lo attende, può comprare dei dolcetti ispirati al momiji.













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