lunedì 20 dicembre 2010

Le sete di Nishijin




La storia dei tessitori di Kyōto è l'epitome delle virtù dei giapponesi: sono attaccati alla tradizione e lavorano con dedizione, sanno resistere e recuperare di fronte alle avversità, sviluppare nuove tecnologie, studiare, “raggiungere e superare” i sistemi di produzione di altri Paesi, possiedono un senso estetico raffinato e abilità artigianali impareggiabili. Osservarli all'opera è uno spettacolo appagante.

A Kyōto si producono tessuti da più di 1200 anni, da quando, nel 794, l'imperatore Kammu la scelse come capitale; per un paio di secoli, l'attività venne gestita dall'amministrazione governativa, poi nacquero dei produttori indipendenti, che rapidamente assimilarono nuove tecniche di tessitura apprese nella Cina della dinastia Sung.

Allo scoppio della guerra Ōnin, nel 1467, gran parte della città venne distrutta, compreso il quartiere dei tessitori; essi furono costretti a fuggire, ma, alla fine del conflitto, ritornarono e si stabilirono in una zona che durante la guerra era stata occupata dall'esercito; Nishijin, infatti, significa semplicemente “accampamento occidentale”.

Grazie al patrocinio della corte imperiale e dei grandi samurai, nei secoli seguenti la produzione tessile fiorì, continuando a elaborare innovazioni tecnologiche e ad assorbirne dalla Cina dell'epoca Ming.

Nel XIX secolo i tessitori di Nishijin furono costretti ad affrontare la crisi economica del 1837, il trasferimento della capitale a Tōkyō nel 1869 e, soprattutto, la nuova moda degli abiti in stile occidentale. Reagirono inviando degli osservatori a Lione, impararono ad usare i telai Jacquard a scheda perforata, e per la fine del secolo l'industria tessile era di nuovo in crescita, perfettamente inserita nello sviluppo del sistema capitalistico giapponese.

I tessuti di Nishijin sono rinomati per i loro colori. Il filato viene tinto prima della tessitura e, quindi, intrecciato sulla base di un modello disegnato e colorato a mano.



Dai modelli si ricavano le schede perforate su cui si basa il funzionamento dei telai Jacquard meccanici; accanto ad essi, da alcuni decenni i tessitori utilizzazo telai elettronici che, riducendo i costi, permettono di “portare il piacere dei tessuti di Nishijin ad un numero maggiore di persone”.


Alcune lavorazioni richiedono, infine, un ultimo aggiustamento a pennello.



I risultati sono splendidi kimono e magnifici obi.



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